UNDER 17 ECCELLENZA: FANTASTICI

UNDER 17 ECCELLENZA: FANTASTICI

U17 eccellenza 2a ritorno – Do 19/1/14

Don Bosco Livorno – Pallacanestro Prato 59-62

Parziali: (13-4, 32-20,44-28.)

Tabellini:
Pall.Prato:
Compiani 2, Biagi , Mannucci ne, Mavilia 8, Benucci 9, Mirti 2, Sangermano , Calabresi n.e, Vannoni 7, Salute 6, Corsi 13, Magni 15.
All.re. Fabbri –Ass. Manganello

Don Bosco Livorno:
Creati F. 18, Persiano, Creati M. 5, Bachini, Zucchelli, Nassi 6, Lenzi 2, Ghezzani 4, Ciurli 4, Thiam 16, Vellucci 4.
All.re Casalone.- Ass.Giannone.

Pallacanetro Prato: Fantastici.

Dieci minuti per trasformare un altro incubo in una impresa.
Diego, Tommaso, Luigi, Federico,Pietro, Davide, Gianluca, Leonardo, Lorenzo, Kristian, Francesco, Andrea, coach Leonardo e tutti i tifosi presenti in tribuna se la ricorderanno a lungo questa vittoria sul Don Bosco Livorno.
Ne parleranno in futuro ai loro figli di quella volta in cui fecero nell’ultimo quarto quasi il doppio dei punti dei tre precedenti.
Si ricorderanno delle sei triple degli ultimi minuti e di quel giorno in cui Davide Benucci divenne il loro idolo, realizzando sul punteggio di perfetta parità una tripla a fil di sirena.

Il basket a volte regala storie bizzarre. Ma stavolta siamo al limite dell’incredibile. Solo gli ottimisti cronici tra noi tifosi avrebbero scommesso un euro sul Prato dell’ultimo tempino.
La squadra padrone di casa era in vantaggio di 16 punti.
Una supremazia che forse ha portato i ragazzi di coach Casalone a pensare che sarebbe stato opportuno proiettarsi già con le gambe e con la testa al prossimo impegno contro Pistoia.
E in tutte le storie c’è un momento preciso che segna il cambio di scenario.
Quello che è stato lascia il posto a quello che sarà. Basta un episodio, un guizzo una virgola e la narrazione prende un’altra piega.
Siamo a due minuti dalla fine del terzo quarto. Federico Salute dopo aver subito nel primo quarto un tecnico da un fiscalissimo arbitro viene espulso per una plateale quanto inutile protesta.
Il lungo pratese abbandona il campo, si accomoda in tribuna affranto. I ragazzi si guardano in faccia, serve una scossa, bisogna crederci, cambiare mentalità come predicava coach Fabbri.
Il quintetto rientra in campo. E’ l’ultimo quarto, i ragazzi macinano canestri su canestri , applicazioni difensive ai limiti della perfezione, la squadra prende possesso del campo, cresce e in dieci minuti costruisce il capolavoro culminato dalla tripla finale.
E’ la vittoria del cuore. Il cuore di questi ragazzi.

Inimmaginabile ma assolutamente vero. I ragazzi del Prato vivono una delle giornate più emozionanti della loro giovane carriera, superando di un soffio la forte squadra del Don Bosco Livorno e dimostrando coi fatti cosa significhi avere grinta e orgoglio, dando un senso compiuto ad una squadra che per tre quarti andava alla vana ricerca di un’anima.
C’è il dato entusiasmante del tiro da tre, da mettere in copertina con la perfezione di Magni, Corsi, Vannoni e Benucci, l’importanza dei canestri pesantissimi di Mavilia, Mirti e Compiani, ma il bello, e l’importanza di questa vittoria è che dovrà essere riproducibile, non solo figlia di una giornata magica, ma di energia, gambe piegate, palloni sporcati, difesa agguerrita e canestri negati.

Così si può vincere sempre, in casa e fuori, anche con squadre molto forti e anche nella giornata in cui il ’98 Biagi gioca a scartamento ridotto, basta la sua carismatica presenza per mandare in onda il copione memorizzato da una formazione che dopo tre vittorie consecutive fa un notevole balzo in classifica.

Parte malissimo il Prato del primo quarto che forse a causa dei tuoni che scuotono il Palamacchia si acquieta impaurita sotto l’intensità del gioco dei labronici. Per 10 lunghissimi minuti prevale l’ardore di un fisicissimo Thiam, che realizza con disinvoltura i primi 8 punti sotto canestro.
Una prodezza delle sue dell’altro ’98 il talentuoso Creati Filippo è il marchio di fabbrica di una squadra che non concede agli avversari.
Coach Fabbri dalla rabbia nel vedere così teneri i suoi difensori , vorrebbe divorare la panchina sulla quale siede. Gli unici due canestri del quarto vengono da Corsi e Benucci con il non entusiasmante gioco dei pratesi che sembra ricalcare quello già visto altre volte le domeniche mattina.

Il Prato cambia passa all’ inizio del secondo tempino quando la tenuta dei ragazzi di Fabbri sembra meno complicata, perché Salute ha delle nobilissime intenzioni sotto canestro che sfrutta insieme alla prima bomba da 6,25 di Magni che a metà quarto rosicchia quasi tutto il distacco.
Un iniezione di qualità viene anche dalla buona difesa di Corsi che limita Thiam con taglia-fuori efficaci.
Il fallo tecnico sanzionato a Salute a metà tempino regala ai ragazzi di Casalone un momento di fiducia che sfruttano con Creati e Vellucci.
I padroni di casa rialzano il piede sull’acceleratore ridando un altro pesante break agli ospiti che tornano ad essere poco determinati e tonici.
Il tempo si chiude con Livorno in vantaggio di 12 punti 20-32.

I padroni di casa rimangono nel cuore della gara anche nella ripresa con Prato che abbassa l’intensità calandosi una maschera che non promette nulla di buono.
Don Bosco è anche tecnica sublime con i gemelli Creati che non aspettano altro di colpire sulle sbavature altrui.
Due tiri liberi di Mavilia e un canestro di Vannoni cercano di tenere a galla il punteggio, ma l’espulsione di Salute diventa una frustata durissima per i ragazzi di Fabbri.

Nell’ultimo quarto tra cattivi presagi del pubblico ospite presente in tribuna, Prato invece di demoralizzarsi si scuote e rompe il sortilegio.
Vannoni inizia il suo show con una tripla di geometrica precisione e tutto il quintetto in campo ritrova l’ardore con il play Mirti che coach Fabbri si ritrova in mano al momento giusto.
E’ suo il canestro che suona la carica prima delle iniziative personali dei singoli, che giganteggiano in difesa, con un concretissimo Corsi che prima di uscire per 5 falli realizza una tripla e giganteggia sotto canestro.
Biagi che anche senza segnare diventa prezioso come l’acqua nel deserto fornendo assist e difendendo coi denti.
Coach Fabbri applica alla perfezione una muraglia cinese a difesa del canestro, la pietrificazione dei padroni si completa negli ultimi due minuti quando Magni realizza due di quelle cose che ha nel sangue: Triple da cineteca che fissano il sorpasso dei lanieri.
La difesa di coach Casalone traballa, ma in attacco i gemelli Creati decidono di arrangiarsi da soli andando nuovamente a ripareggiare il punteggio.

Gli ultimi secondi diventano palpitanti, Maviliadopo essersi immolato realizzando due fondamentali canestri fornisce un assist a Benucci che appoggia con una finta intelligente sotto canestro.
Sul capovolgimento di fronte è Marco Creati per i padroni di casa che manda in visibilio i propri sostenitori che ormai assaporano l’over-time.

Un secondo e quattro decimi alla fine: coach Fabbri nel time-out pare dedichi ai ragazzi la frase di Nelson Mandela:
” I vincitori sono quelli che non smettono mai di sognare”.
Disegna sulla lavagnetta più o meno uno schema che liberasse due tiratori.
Invece nella successiva rimessa laterale la palla trova un terzo giocatore: Davide Benucci, il guerriero si gira e trova una traiettoria che pareva un filo di cotone liberato nel cielo.
La tripla della vittoria. La sirena è già suonata ….. Madiba aveva ragione.

La danza tribale a metà campo inventata da capitan Calabresi, che insieme a Mannucci e Sangermano sono dei veri giganti in panchina a sostenere i compagni, è l’ultimo atto finale di una squadra di ragazzi fantastici.

Cala il sipario, senza prima onorare i vinti.
Ottima squadra quella del Don Bosco che nonostante tanti ragazzi sotto annata è clamorosamente matura, con tre stelline di assoluto talento.

Il tecnico pratese commenta sportivamente l’ultimo secondo ammettendo che forse solo l’instant replay poteva decidere la bontà delle tripla……. D’accordo coach, prepariamo il ricorso….

E su questa ironica frase c’è invece la seria consapevolezza che Fabbri sia riuscito a dare quella solidità che serviva alla sua squadra, che con l’ardore e l’entusiasmo dimostra la nettissima sensazione di un gruppo tostissimo dal punto di vista del carattere.
Perché se prima c’era il gioco adesso c’è la forza interiore e segnali per il futuro.